“L'apparizione di Papa Giovanni”

   Era da diversi giorni che non mi sentivo molto bene, mi sentivo sempre affaticata e non avevo più nemmeno forza nelle gambe, poi, una mattina, guardandomi allo specchio, mi vidi molto gialla, come un limone. Chiesi conferma a mio marito, ma lui per non impaurirmi disse che non era come dicevo io. Nel pomeriggio stetti ancora peggio e riandando ancora nel bagno mi resi conto che c'era qualcosa di anormale; chiamai subito il mio medico che arrivò di corsa e decise di farmi ricoverare immediatamente. Per lui si trattava di epatite virale.

Mi ricoverarono al reparto infettivi a Livorno e mi tennero 8, 9 giorni per farmi tutte le analisi del caso. Premetto che sono molto devota a Papa Giovanni, infatti tanti anni prima, quando lui era ancora vivo, recandomi in gita a Roma mi comprai un quadro con la sua immagine perché per me era un uomo squisito, buono, e data la mia devozione, al mio ritorno,   attaccai il quadro al capezzale del mio letto.

Quando il mio medico decise di farmi ricoverare alzai gli occhi su questo quadro e dissi: “Papa Giovanni, guarda i miei bimbi, perché io devo andare in ospedale” . Ovviamente nei giorni in cui fui ricoverata lo pregavo tanto, tutti i giorni. Una mattina venne il Professore e mi disse: “Signora, purtroppo lei deve essere operata perché così non può andare, lei non può sopravvivere nemmeno due mesi, cerchiamo un bravo chirurgo, chiami suo marito   che gli voglio parlare” . Rimasi molto colpita da quello che mi disse ma alla morte non ci pensai e continuai a fare la novena a Papa Giovanni sempre con molta fede e continuando a chiedergli di guardare i miei bambini. Dopo mezz'ora arrivò mio marito e insieme andammo dal Professore che ci riconfermò quello che mi aveva già detto. Ci disse di cercarci un bravo chirurgo perché dovevo essere operata urgentemente. Mio marito telefonò a dei suoi parenti medici e il chirurgo fu trovato. Quest' ultimo mi fece fare una terapia di circa 90 flebo per vedere se si poteva evitare l' intervento ma purtroppo mi venne un'eschemia cardiaca. A quel punto non c' era veramente più niente da fare, dovevo essere operata. Mi rifecero tutte le analisi per l' intervento mentre io nel frattempo continuavo a pregare Papa Giovanni.

La notte prima dell'intervento, avendo un po' di paura, mi affidai al Signore sempre pensando ai miei bambini. Fu una notte molto agitata e verso le 2 o le 3 del mattino, mi sentii toccare la testa, mi voltai , aprii gli occhi e vedi Papa Giovanni vestito come nel quadro che avevo a casa. Mi sembrò quasi un' allucinazione ma mi sentii dire: “Non ti fare toccare, non ti fare toccare, io ti rimando dai tuoi bimbi ma non ti fare toccare” e mi toccò ancora la testa. In quel momento io non capivo se tutto era vero oppure no ed ebbi un attimo di smarrimento. Cosa fare , mi chiesi, mi ha parlato Papa Giovanni e io non mi faccio toccare. La mattina quando venne la suora per farmi preparare le dissi:   “Ho deciso, io non mi faccio operare!”. Lei mi chiese per quale motivo ed io risposi: ”Se devo morire, morirò un giorno più tardi” . Vennero tutti i medici ed anche il Professore, ma io ribadii il concetto dicendo: “Oggi io non mi opero!”.

  Quando arrivò mio marito volle sapere come mai avevo preso questa decisione e gli dissi che non me la sentivo, avevo paura che mi succedesse qualcosa. Nemmeno a lui raccontai quello che mi era veramente successo, temevo di non essere creduta e di essere presa per una visionaria.

Mi rifecero le ennesime analisi che la suora andò a ritirare verso le 11.00. Durante la mattina però accadde in me qualcosa di strano, mi sentivo più forte, mi rendevo conto di recuperare una vitalità che da tempo non avevo più, infatti riuscii ad andare in bagno da sola, cosa che prima non potevo fare assolutamente. Guardandomi allo specchio mi accorsi che non ero più gialla come nei giorni precedenti. Tornai a letto e feci presente anche alla suora che in effetti mi vedevo molto più chiara.

Quando la suora tornò dopo le 11.00 con le analisi mi disse che stranamente i risultati erano totalmente cambiati, i valori erano rientrati tutti nella norma e non capiva come mai. A quel punto presi coraggio e gli raccontai tutto quello che mi era accaduto durante la notte. Forse, lei, essendo un suora ,   mi avrebbe creduto. Nel frattempo arrivò anche mio marito e anche a lui raccontai tutto. Gli dissi del messaggio che mi aveva detto Papa Giovanni e del fatto che io mi sentivo molto meglio e piena di forza e vitalità.

Decidemmo di non dire nulla ai medici e al Professore ma di sentire invece cosa ne pensavano loro di quell' improvviso miglioramento. Quando arrivarono leggendo le analisi il Professore mi disse: ”Signora metta quattro candele alla Madonna. Ma cosa ha fatto ?” Risposi. “Io non ho fatto proprio niente” e gli raccontai tutto. Sapevo che lui era ateo però mi disse: ”Come lei sa io sono ateo però davanti a queste prove mi devo arrendere”. Così dopo due giorni tornai a casa dai miei figli.

Fui e sono molto riconoscente a Papa Giovanni. Ho portato anche la mia testimonianza a Roma, sono andata nel luogo dove lui è nato, mi affido sempre a lui. Il quadro che ho in camera sarà tolto solo quando io morirò. Dopo questa esperienza ne ho avute anche altre. Negli anni ci sono stati dei lutti nella mia famiglia, compreso quello di mio marito, ma mi sono sempre affidata a Papa Giovanni che mi è sempre stato vicino e mi ha dato tanto sollievo.

 

Associazione Culturale Pisa"Grazie Mio Dio"