Tornata a casa fui attorniata dalle amiche che erano venute ad incoraggiare sia me sia mia suocera ed i miei figli.. Aspettammo con ansia la famosa ora X, cioè mezzanotte, il momento in cui Silvio sarebbe stato tolto un tubo al quale era attaccato e se tutto fosse andato bene non vi sarebbe stata più paura per la sua vita.
A mezzanotte arrivò la famosa telefonata dall’ospedale: Silvio stava bene, se così si può dire, ed il pericolo più grosso era passato; mi dissero di tranquillizzarmi e che il giorno dopo, poiché il suo organismo aveva reagito benissimo a tutte le cure che gli erano state prodigate, sarebbe stato passato in terapia sub-intensiva.
A tarda ora le amiche mi lasciarono ed io andai a coricarmi. Anche quella notte mi rividi apparire accanto al mio letto il solito frate e sempre in atteggiamento di preghiera: le mani giunte e la testa abbassata sulle mani, poiché ormai sapevo chi era lo ringraziai di averci aiutato.
La degenza post-operatoria andò benissimo, anzi addirittura il primario della clinica confessò ad un nostro amico che non si sarebbe mai immaginato un così facile recupero. Dopo due giorni, Silvio era già in piedi, e dopo sei fu dimesso. Non ha avuto bisogno né di terapie riabilitative né psicologiche; anzi il giorno stesso delle dimissioni, era di mercoledì, guidò la sua automobile e tornammo a casa. La domenica tornò a fare una passeggiata per i nostri boschi, il suo sport preferito. Gli andò appresso un nostro amico cardiochirurgo perché anche lui non pensava che ce l’avrebbe fatta, ma vista l’insistenza di Silvio ad uscire e camminare, pensò che fosse doveroso seguirlo ed, in caso di bisogno, assisterlo. Tutto andò bene. Dopo un mese tornò a lavorare. La vita era tornata normale, ormai l’intervento era solo un brutto ricordo.
Ecco che allora successe un’altra cosa inspiegabile. Eravamo tutti e due nell’ingresso di casa, pronti ad uscire per recarci al lavoro, lui stava accendendo la luce all’acquario, quando la stanza si riempì di un profumo dolcissimo, un profumo di rose. In casa non vi erano fiori e mi ricordo bene che io associai quel profumo alle rose perché mi tornò alla mente un profumo di Christian Dior che un’amica mi aveva fatto sentire quando frequentavo l’Università. Era un profumo fatto con essenza di rosa che, benché mi piacesse tanto, non avevo mai potuto comprarlo. Silvio, invece, pensò meravigliato che mi fossi spruzzata addosso un deodorante o un profumo dolce, dato che sapeva benissimo che io uso solamente profumi maschili. Rimanemmo meravigliati e partimmo per il lavoro. Solo dopo due mesi, parlandone con alcune persone, abbiamo saputo che anche questa è stata una manifestazione di Padre Pio poiché è lui che emana questo profumo dolcissimo.
Sono stati episodi che ci hanno colpito moltissimo ed hanno cambiato un po’ anche la nostra vita; adesso ci avviciniamo un po’ ai problemi di fede e dentro di noi è rimasto un senso di doveroso ringraziamento a questo Frate che ci ha aiutato.
Addirittura una sera, nella biblioteca dove lavoro, ero di chiusura, e dopo aver chiuse tutte le finestre, mi fermai a parlare di queste cose con una mia collega, perché lei afferma di essere in contatto con l’aldilà, e mentre stavamo parlando dell’esito felicissimo di Silvio e dell’aiuto che avevamo avuto, anche se atei, da questo Frate, mi accorsi che il suo sguardo si era spostato verso un lato della stanza dove sono collocati libri del 1700 con la loro bella legatura in pergamena. Istintivamente anch’io mi girai da quella parte per cercare di capire cosa stesse succedendo. Ad un tratto, sul dorso di uno di quei libri, apparve una sfera luminosa e piano, come una messa a fuoco di una qualsiasi macchina fotografica, apparve il volto di Padre Pio. Durò qualche minuto, vedemmo la sua faccia bella limpida, nitida, poi, piano piano si offuscò, la sfera luminosa scomparve e tutto tornò nella norma. Rimasi attonita, ammutolita, meravigliata e la mia collega, abituata a tali fenomeni, mi disse subito che quella era l’ennesima prova che Padre Pio aveva aiutato Silvio in quel terribile momento della sua vita e che forse era meglio se ci avvicinavamo alla fede e imparavamo a pregare, visto che non l’avevamo fatto mai.
Adesso, a distanza di quattro anni da quei terribili momenti, Silvio sta bene, conduce una vita normalissima, e come cure mediche assume solo una piccola compressa che ha l’azione di rendere un po’ più fluido il sangue.
Ecco, questa è la mia testimonianza di un fenomeno che ci è realmente accaduto e che in un certo modo ha cambiato anche il nostro modo di vedere e ci ha avvicinato alla fede.
Silvio