"Io ho avuto anni fa un arresto cardiaco e per mia fortuna, quando mi si è fermato il cuore, mi trovavo sotto l’Ospedale di Massa ed ero con un amico. Mi ha portato al pronto soccorso poi non so dire più nulla finché mi sono risvegliato dopo parecchio tempo.
Da quando mi si è fermato il cuore mi sono trovato davanti ad una immensa prateria – non era un tunnel – e davanti a questa prateria c’era uno steccato, ho aperto un cancelletto e sono entrato nella prateria, alla fine della quale c’era un sole immenso di una luce che dava gioia e iniziai a camminare verso quella luce.
Andando avanti iniziai a sentire delle voci- ma non vedevo nessuno- che mi dicevano delle cose di casa, di quello che avevo fatto io nella mia vita. Addirittura mi sono trovato – e lo ricordo come dei flash che non si possono neanche descrivere – in Svizzera dove ho lavorato, in una miniera nel Belgio dove sono stato, in Africa dove ero stato e con questi flash mi veniva detto quello che io avevo combinato nella mia vita.
Ad un certo momento ho visto come un’ombra che volava, mi ha toccato la spalla e mi ha detto “devi tornare indietro”. “Ma io non voglio”, risposi, ma lei ancora mi disse “devi tornare indietro”. Mi sono sentito proprio toccare, come tirare, tirare finché non sono uscito dal cancelletto. Una volta richiuso il cancelletto ho riaperto gli occhi.
Questa è stata una delle mie esperienze che avrà avuto la durata di circa mezz’ora, più o meno
Ma desidero raccontare un’altra esperienza che ho avuto. Purtroppo, mio figlio di 35 anni è morto quattro anni fa e nonostante questa mia esperienza e che sapessi che lui stava meglio di me ho sempre avuto questa angoscia nel cuore e l’ho sempre cercato, in tantissimi modi. Una notte me lo sono sognato. Era lui insieme al suo cagnolino bianco e io gli dicevo “Ma Alessandro, dammi un segno che ci sei, dammi un segno che stai bene. Io lo so che tu sei Lassù, ma dammi un segno che stai bene. Come faccio, io, ad essere sicuro?”. Lui mi rispose “Papà, di segni te ne ho dati tanti ma tu non li percepisci. Vuoi un segno materiale? Te lo do. Tu sai che in sala c’è un quadro che ho fatto io con il computer per il vostro cinquantesimo anno di matrimonio. Da quel quadro avrai un segno”.
Poi al mattino mi sono svegliato ma non ho dato tanto credito a questo sogno. Ho pensato che era solo un sogno… Dopo circa una settimana – c’era anche l’altro mio figlio a casa – questo quadro che era attaccato alla parete cade per terra. Dico a mio figlio “Mario, rimettilo a posto. Si è sganciato?”. Lui prende questo quadro di cui si era staccato il gancio dietro e mi dice “guarda, papà, che cosa c’è…”. C’erano due fotografie, una di Alessandro e una del suo cane.
Oggi, quelle fotografie, sono attaccate al muro accanto al quadro."
Claudio R.
Associazione Culturale Pisa"Grazie Mio Dio"