Caro papà e cara mamma…
Sono Elisabetta, la co-fondatrice del sito Grazie Mio Dio.
Chi sono io per poter scrivere una lettera su così grave e doloroso argomento? Sono una semplice persona a cui è capitata una cosa grandiosa. Un fatto che ha dato una svolta alla mia esistenza e da allora vado a portare la mia testimonianza affinché altri possano comprendere che la vita, quella vera, non termina.***
Beh, se non fossi sicura dell’esistenza di una Vita Oltre questa non andrei in giro con mio marito Franco a dire a gran voce che l’Aldilà non è una mèra illusione ma una realtà consistente…
Va bene, voi obietterete dicendo che il corpo non c’è più… che le manca la corporeità di vostro Figlio o Figlia. E’ vero. Non posso che darvi ragione da questo punto di vista.
Ma l’amore? Voi come sentite l’amore? E il dolore? Quali sono, secondo voi, gli organi da cui parte il dolore morale? Con il cuore? Con il cervello? No… i sentimenti non si sentono con nessun organo. Gli organi ne sono coinvolti certamente, servono da tramite, ma i sentimenti nascono in noi da una parte invisibile che a suo tempo, quando venimmo concepiti, fu la forza che determinò la conformazione del nostro corpo e la trasformazione da una cellula a un essere umano.
Un “quid” di cui ci sfugge la comprensione.
Pensate……..un corpo che si auto forma senza l’intervento di nessuno… e ciò non ci fa pensare a una Mente superiore che per noi è inimmaginabile?
Questo quid “molto forte” e molto potente, autonomo, potrebbe finire con il corpo che esso stesso ha formato?
Potrebbe una intelligenza così sublime terminare?
Può questo “quid” che ci fa provare amore e dolore può morire?
Finisce un corpo materiale, sì. Quello sì perché è come un vestito, è come un abito di quel “quid” misterioso. Ma il resto? Il “quid” dove va? Dov’ è? Chi è?
Tutta questa forza che ha determinato nel corpo la sua vitalità terrena, i desideri, le rabbie, i dolori, amori, gioie… dove finisce? Nel nulla?
Abbiamo saputo che il “nulla” non può originare “nulla”.
Quindi, ciò significa che quel “quid” è in un altrove invisibile, come lo era prima della conformazione del corpo, ma ancora c’è…
Allora?
Allora cerchiamolo nel modo e nell’atteggiamento giusti.
Senza prosopopea, senza vanità, con semplicità, umiltà e gratuità in coloro che hanno un dono e che devono offrire gratuitamente a chi è nel dolore. E oggi questa è cosa assai rara, purtroppo.
Ma una cosa è fondamentale per credere, cioè imparare a vedere con altri occhi, a sentire con altre orecchie.
Acutizzare il canale che il Padre ha dato a TUTTI.
Non si pensi che Dio abbia mai voluto infliggere dolori oppure inviato “doni” preferendo gli uni agli altri, niente affatto.
Egli ama voi come gli altri. E vostro Figlio o Figlia, nel tempo, se saprete allenarvi e seguire un cammino, potrà farsi sentire nel modo giusto senza spaventarvi.
Anche io, una volta, ho visto due Esseri dell’Aldilà. Si sono mostrati in sembianze umane. Erano due giovani ragazzi, belli, vivi, sorridenti… si sono fatti vedere e mi hanno dato una gioia immensa…
Avevo bisogno di aiuto. Era una circostanza difficile per me quel giorno…
Ma all’improvviso, si sono materializzati questi volti moto reali, vivi.
Sarei rimasta con Loro per sempre…
Non ero in coma, non ero in trance, stavo parlando con una giornalista tanto che le feci cenno di guardare laddove vedevo questi volti ma lei ebbe paura…
Vidi dapprima una giovane molto bella che mi sorrideva… poi il volto di un giovane frate con barbetta e chierica. La sua faccia era rosata e gli occhi scuri dallo sguardo molto vivido.
Anche lui mi sorrideva e dai suoi occhi pareva parlarmi e dirmi parole di incoraggiamento, di forza, di coraggio…
Sentivo quanto bene mi volevano… percepivo il loro amore.
Non potrei andare in giro a sostenere che la Vita nell’Aldilà è una certezza se non avessi Chi mi aiuta.
Spero che questa mia testimonianza possa avere lenito in qualche modo il vostro dolore ma, credetemi, se non fossi certa di ciò che dico me ne guarderei bene di illudere… infatti, è una grande responsabilità sostenere con forza questa realtà ma devo farlo, sento fortemente in me la spinta, una spinta che non posso fare a meno di ascoltare.
Cari genitori a cui è mancato un Figlio o Figlia, vi prego, non lo pensate morto… cancellate questo brutto termine dal vostro vocabolario. Sostituitelo con “trasferito” altrove… in un Altrove dove tutti noi siamo diretti.
Un Altrove dove tutti Loro sono i veri Viventi.
Con sincero affetto
Elisabetta
*** Se vuoi leggere la mia testimonianza vai nel presente sito a: http://www.graziemiodio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=118&Itemid=49&lang=it