Come mai un medico parla di esperienze premorte?
A volte accade che sia la nostra strada che ci viene incontro anzichè il contrario… Ecco per me le esperienze premorte sono state un pò una strada che mi è venuta incontro… senza che io facessi nulla per cercarle. La mia mentalità era sempre stata molto “se esite allora si tocca, si pesa, si misura”. Per me la farmacologia è una fede (nel senso che sono sempre stato molto molto affascinato dalla biochimica, dai farmaci, dal loro effetto sull’uomo e su cosa si poteva fare con queste molecole) va da sè che volevo fare l’anestesista. Così un giorno andai al dipartimento di anestesia della mia università dove un docente, famoso per le sue ampie vedute, mi ha proposto una tesi su queste “visioni” che avevano i pazienti che stavano per morire…
La prima reazione è stata di spiazzamento, io mi aspettavo già una tesi su una anestesia piuttosto che su un’altra o su un protocollo di terapia del dolore o su una molecola… o su… ed invece.
Non ho detto subito si, ci sono volute 2 settimane buone in cui ho consumato il dito sul telefono per chiedere consiglio a questo o a quello. Era una cosa così strana e mi sapeva tanto di paranormale. Poi diciamocelo, non avevo mai sentito di un medico in Italia almeno, che si fosse interessato a livello scientifico del fenomeno. Dopo due settimane ho detto si. Sono passati quasi tre anni da quel “Si” e penso che sia stato una delle migliori scelte che potessi fare in campo professionale e umano. Accade a volte che nella vita ci siano dei “puntini” che si accostano. Non riusciamo a comprenderne il significato se non dopo, guardando indietro e tracciando una linea che li unisce. ecco per me questo è stato uno di quei puntini.
Quando ho iniziato a studiare le NDE ho subito iniziato a immergermi nella neurofisiologia e nella neuroanatomia. Neurotrasmettitori, farmaci, modelli sperimentali. Dopo sei mesi di studio circa, avevo la certezza di sapere esattamente come e cosa accadeva e di conoscere uno per uno i difficili nomi di neurotrasmettitori e recettori che causavano secondo le conoscenze più accreditate le esperienze premorte. Ero proprio certo che i miei modelli fossero così perfetti… finchè non ho sentito a quattr’occhi il primo (degli ormai 25) pazienti che mi hanno raccontato quello che hanno provato. La prima sensazione (molto poco scientifica lo ammetto) è che questa persona avesse capito qualcosa che io non avevo compreso e che nessuno di quei fogli (centinaia di pagine) che avevo letto mi aveva spiegato. Si decisamente, l’impressione era che dopo sei mesi di studio, la realtà non era come era scritta su quelle pagine e, a sentire quel racconto prima, e gli altri poi… i modelli proposti per spiegare le NDE erano “una coperta corta” (espressione che ho usato anche quando ho discusso la mia tesi di laurea in medicina e chirurgia). Grazie all’aiuto del dottor Ettore Bosco al quale non sarò mai sufficientemente grato, e tramite il blog che ho aperto già dalle prime fasi dei miei studi (il primo a quanto mi risulta, in Italia a parlare delle esperienze premorte sotto un aspetto medico-scientifico) ho avuto la fortuna di incontrare molte altre persone che avevano vissuto NDE.
Grazie alle persone che ho incontrato mi è stato possibile crescere come uomo e come medico. Attualmente sto scrivendo un libro in collaborazione con lo stesso docente della mia università di allora, in cui cerco di spiegare come e perchè i modelli che ci vedono fatti solo “di materia” al momento non riescono a spiegare, dal mio punto di vista, in maniera adeguata il fenomeno. Ciascuno trae dalle esperienze premorte, così come da altri fenomeni, ciò che lo rende più felice o che maggiormente si adatta alle sue convinzioni. Io sono nella “beata” condizione di non dover convincere nessuno. Studio il fenomeno in sè, un pò come un pittore che dipinge un paesaggio… anzi siccome per me è solo una passione (per vivere faccio il medico) non ho neanche bisogno di “vendere” i miei quadri. Molti mi chiedono se, dai miei studi è possibile affermare che esiste una vita oltre la morte. Quando mi viene chiesto sorrido e dico che per me il mistero grande è se ci sia molte volte vita prima: accade che molti di noi confidando in un dopo o credendo forse di non morire mai dimentichino che ogni giorno è un dono che non torna più. (Questa per esempio è una delle cose che mi hanno insegnato i miei pazienti)
Io sono solo un medico, non so se ci sia una vita dopo la morte, il mio lavoro è curare le sofferenze di questa vita. Ho le mie idee e convinzioni a riguardo, come quelle di chiunque altro, chiaramente quello che, in prima persona ho avuto modo di sentire e constatare ha ovviamente influito sulla mia persona ma non per questo sono una autorità in materia.
Al convegno dell’associazione culturale Grazie mio Dio, parlerò di alcune delle cose che ho direttamente raccolto in circa 3 anni di studio sull’argomento.
Ringrazio gli organizzatori per la loro cortese ospitalità
Dott. Davide Vaccarin